giovedì 26 settembre 2013

Controllo gomme

Un controllo periodico da fare prima di partire per un giro in bicicletta è quello riguardante lo stato delle gomme e la loro pressione. 

Lo stato generale delle gomme si controlla prima di tutto guardandole attentamente. Prima di tutto non devono essere troppo consumate, non devono presentare tagli evidenti sulla superficie e sulla spalla, cioè la parte laterale della gomma; poi non devono apparire "secche" e screpolate, tutti segni di vecchiaia e debolezza; il battistrada non deve essere consumato in maniera irregolare, non deve presentare bolle o strane irregolarità. Se la gomma dopo un'occhiata attenta risulta vecchia o consumata, è bene cambiarla; un copertone decente costa poco soprattutto per le bici da città; ma si trovano buoni copertoni a 15, 20 euro anche per le bici più evolute come la Mtb o la bici da corsa, cercando un po' in giro. 
Ma quando cambiare il copertone? In generale, quando il battistrada è molto liscio, o si vedono i fili della carcassa o addirittura lo strato anti foratura(se presente) il copertone è da cambiare. In realtà sarebbe bene cambiarlo un po' prima del verificarsi di queste condizioni perchè un battistrada consumato è più sottile e più soggetto a forature, ha meno grip e probabilmente è indurito, quindi non garantisce la tenuta di strada come uno nuovo. Tutte queste raccomandazioni a maggior ragione se si tratta della gomma di una mtb o di una bici che si usa spesso sugli sterrati. E' bene anche controllare che non vi siano infisse spine, chiodini o sassi taglienti che possono conficcarsi ulteriormente durante la marcia e forare la camera d'aria sottostante.
Una buona gomma influenza la tenuta di strada, la frenata, la resistenza alle forature e in generale la sicurezza di guida. E' quindi molto importante controllarle periodicamente. 

 Riguardo alla pressione, con un po’ di esperienza basta anche soltanto un controllo “a mano”: premendo due dita ai lati della gomma questa non deve risultare cedevole ma abbastanza dura. 
Per fare un controllo più “scientifico” sul lato del copertone da qualche parte sono incisi o stampati i valori ideali entro i quali deve essere gonfiata la gomma. In genere c’è scritto qualcosa come “inflate to 50 psi max” che significa “gonfiare massimo a 50 psi”. A volte è indicato anche il minimo. 
Il valore 50 naturalmente è di puro esempio e varia a seconda del tipo di ruota e di pneumatico; le gomme delle mountain bike vanno spesso gonfiate a pressioni un po’ più basse, in alcune condizioni del fondo anche a poco più di 30 psi, quelle delle bici da corsa hanno pressioni molto alte, spesso superiori ai  100 psi, quelle delle bici da città o “da passeggio” hanno generalmente pressioni che si aggirano intorno ai 40, 50 psi. Questi valori, il più delle volte non sono rispettati; per esperienza diretta o indiretta mi sento di affermare che se si controllasse con un manometro la pressione delle gomme nelle bici in circolazione, la maggioranza risulterebbero gonfiate meno del dovuto. Questa abitudine di tenere le gomme poco gonfie causa usura maggiore, rovina la spalla del pneumatico e rende più faticosa la pedalata oltre ad aumentare la possibilità di forature.

L’acronimo “psi” significa pound-force per square inch ed è una unità di misura della pressione nel sistema anglosassone; i 50 psi di sopra equivalgono a circa 3,4 bar che è l’unità di misura ancora oggi comunemente usata per il controllo della pressione nelle auto, nelle moto e nelle bici.
Tanto per avere un riferimento, 1 bar equivale a circa 14,5 psi.

Ma come faccio a gonfiare la gomma con tale precisione?
Bene, esistono delle pompe di facile utilizzo con integrato un piccolo manometro con le indicazioni sia in psi che in bar. Si trovano in qualunque negozio di biciclette o di articoli sportivi e in genere anche quelle economiche funzionano degnamente e sono sempre adatte alle valvole normalmente in commercio: una buona pompa “da officina” con manometro costa tra i 20 e i 40 euro; non è pochissimo ma per chi utilizza abitualmente la bici anche solo a livello escursionistico, è un investimento; una volta acquistata dura una vita, gonfia molto velocemente qualunque gomma e sarà possibile mantenere la pressione delle gomme sempre a livelli corretti limitando così forature, pizzicature, consumo anomalo; inoltre una pressione delle gomme corretta influenza la fatica nel pedalare, la stabilità del mezzo, la frenata e di conseguenza anche la possibilità di incidenti o cadute. E’ quindi evidente che questo controllo non andrebbe mai sottovalutato, anche se si tratta solo di uscire in bici per un servizio in centro.
Insieme alla pompa da officina è consigliabile anche acquistare una pompetta tascabile da poter portare con se durante l’uscita. Queste ultime costano pochi euro, il più delle volte non hanno manometro ma vanno bene in caso di forature per poter riprendere la marcia dopo aver cambiato la camera d’aria.
Questo implica il possesso della camera d’aria di riserva e delle levette cacciagomme per smontare il copertone dal cerchio. Inoltre, se la ruota della propria bici non ha uno sgancio rapido a levetta ma è bloccata al telaio da bulloni, bisogna avere con se anche la chiave adatta a quei bulloni;  mi è capitato piuttosto spesso durante le escursioni di vedere gente bloccata da una foratura che non aveva la chiave per smontare la ruota o non aveva la camera di riserva. In questo caso, se nessun altro nel gruppo ha l’attrezzo adatto o una camera in più, l’unica cosa che rimane da fare è una passeggiata fino a casa portando la bici a mano o, in alternativa, una telefonata ad una persona disposta a venire a recuperarti con un’auto adatta a caricare anche la bici…  
Chiaramente per cambiare la camera d’aria ci vuole un po’ di pratica; è un’operazione banale ma farla senza aver mai provato prima può creare qualche problema. Per molte persone è già difficile sganciare la ruota dal telaio e riagganciarla correttamente; operazione banale anche questa  che però va provata comunque prima perché fissare male la ruota può essere anche pericoloso.

Sul cambio della camera d’aria e delle fasi di smontaggio/montaggio della ruota al telaio, potrei scrivere diverse righe noiose corredate di foto più o meno efficaci ma non sarebbe mai come provare direttamente anche per le piccole variabili che ogni bici può avere, dal tipo di aggancio della ruota al telaio, al tipo di valvola, al tipo di gomme, al tipo di forcellini del telaio stesso. Il consiglio che mi sento di dare è semplice: provate a casa sulla vostra bicicletta. Se conoscete una persona esperta chiamatela e chiedetele di affiancarvi per controllare i vari passaggi e darvi qualche consiglio. 
La migliore scuola in queste cose è la pratica: vedrete che vi basteranno due o tre prove per poter affrontare e risolvere con sufficiente sicurezza la foratura che prima o poi vi capiterà davvero durante un giro o un’escursione. Sarà una soddisfazione e anche un motivo di orgoglio sapere che si è in grado di cavarsela con le proprie mani in caso di foratura. Io in genere la camera forata la cambio direttamente senza ripararla; le camere forate le riciclo per altri utilizzi. Comunque nulla vieta di ripararle se si ha voglia e tempo.