mercoledì 28 novembre 2012

Movimento Centrale

Prima di tutto un aggiornamento "off topic": ho dato seconda mano di verniciatura alla forcella "nuova", tutta verde senza troppi fronzoli perchè ho una dannata voglia di vederla finita questa bici.

Intanto ho  finalmente iniziato a dedicarmi alla meccanica: ho montato il movimento centrale.

Movimento centrale (da ora in poi m.c.) -
definizione da wikipedia, per chi non conosce questo componente:

Il movimento centrale della bicicletta consiste in quell'insieme di parti atte alla rotazione del perno centrale collegato ai pedali e di conseguenza alla guarnitura (corone anteriori).

Si capisce bene dalla definizione che il m.c. è un componente fondamentale nella bicicletta. Ha una funzione di primaria importanza: quella di far girare le pedivelle con il minor attrito possibile consentendoci di spingere sui pedali, far girare la catena intorno alla corona e al pignone che a loro volta imprimono movimento alla ruota posteriore facendo muovere in avanti la bici. 
Nonostante questa importanza il m.c. è un componente piuttosto "nascosto", fa "un lavoro oscuro" perchè, a parte le calotte che possono essere più o meno visibili, il resto del componente è nascosto nella scatola del movimento centrale, cioè il nodo cavo che nella bici fa da congiunzione fra tubo obliquo, tubo piantone(o tubo sella) e posteriori orizzontali(o foderi bassi); in pratica il nodo che si vede in questa foto: 
Scatola movimento centrale
Ora non mi metterò a fare la descrizione di tutti i tipi di movimento centrale e relative differenze: chi è interessato potrà cercare su internet e troverà abbondante materiale. Una cosa importante da sapere è che il m.c. deve essere adatto alla misura della scatola nel telaio, deve avere una filettatura adatta alla scatola del telaio e sarà direttamente collegato anche al tipo di pedivelle da montare; quindi se dovete acquistarlo non basta andare in un negozio e dire: "voglio un movimento centrale" (già m'immagino la faccia del meccanico...) ma bisognerà specificare quale, di che misura, se a perno quadro, etc...
Nel mio caso il m.c. è di tipo italiano(quindi per scatole da 70 mm), a perno quadro. E' un componente mediamente economico e nel mio caso non certo di grandissima qualità.... insomma c'è di meglio.... E' della VP components, una casa di Taiwan che fa componenti onesti e piuttosto economici. E' un m.c. a cartuccia con perno da 110,5. Non ho foto del m.c. prima del montaggio ma più o meno è questo:
La calotta filettata di destra(in foto) è integrata con la parte centrale(dove c'è la marca) e si avvita dal lato corona fino alla battuta del bordo in rilievo. Una volta avvitata la destra, si avvita l'altra calotta, la sinistra, che è un pezzo separato e che va a sparire completamente nella scatola del m.c. chiudendo il sistema. Occhio che "destra" e "sinistra" è una convenzione nei telai: la parte destra è sempre quella dove c'è la corona. La sinistra, ovviamente, l'altra... E' importante da sapere, anche se sembra banale, perchè a seconda del tipo di m.c.(se italiano o inglese) la calotta destra si avvita in senso orario o antiorario.
Quindi si avvitano le calotte ed è fatto? E che ci vuole! Già.... Detta così pare semplice, ma in realtà se il telaio è vecchio(come il mio!) e non di pregio(come il mio!) di intoppi possono essercene parecchi. Prima di tutto la parte interna della scatola nel telaio va ripulita, fatta ripassare dal meccanico con un attrezzo piuttosto costoso(e NON sostituibile con attrezzi "fatti in casa") che rigenera la filettatura; questa operazione l'avevo preventivamente fatta fare già da un po' avendo un telaio vecchio. A quel punto si potranno avvitare le calotte e questa operazione può essere più o meno facile a seconda del tipo di telaio, della precisione con cui è costruito, delle condizione stesse della scatola. 
Per dirla tutta, può esserci bisogno di operare con una certa forza per avvitare a fondo le due calotte, e in questo caso scordatevi di mettere il telaio su un cavalletto perchè non sarebbe mai stabile. Meglio lavorare su un piano, un tavolo, tenendo ben saldo il telaio con una mano e avvitando le calotte con l'altro. Nel mio caso i filetti erano stati puliti e rigenerati ma la scatola probabilmente era un po' ovalizzata o comunque non precisissima quindi ho avuto le mie belle difficoltà per avvitare le calotte del m.c.. 
Un cosa importante: prima di montare la calotte va spalmata un'adeguata quantità di grasso per movimenti sia sulle filettature del telaio che sulle calotte stesse, altrimenti l'operazione di montaggio sarà più difficile e le calotte con il tempo finiranno per "saldarsi" al telaio, rendendo molto difficile, se non impossibile, il loro smontaggio in caso di necessità.
Altra cosa importante: mai partire avvitando direttamente le calotte con l'apposito attrezzo(che è diverso a seconda del m.c.)... se non si innesta correttamente la calotta, sforzando con un attrezzo si rischia di rovinare la filettatura del telaio, e allora sono guai; bisogna sempre partire avvitando a mano, controllando che la calotta sia dritta e solo dopo, se è necessario, va utilizzato l'attrezzo. A mano non si fanno danni. Nel mio caso ho potuto avvitare a mano la calotta per una metà della corsa, poi ho dovuto usare l'attrezzo adatto e verso la fine ho dovuto applicare anche una certa forza per poter arrivare in fondo. 
Una volta avvitate le calotte, il m.c. è montato e, essendo a cartuccia sigillata, non avrà bisogno di alcuna regolazione particolare. A quel punto, sul perno quadro(in questo tipo di m.c.) si potranno montare le pedivelle con la corona(o le corone in caso di bici a più rapporti).
Se tutto è andato bene, le pedivelle gireranno fluide e a tirarle in direzione assiale rispetto al m.c. non si  sentiranno giochi. Se così non è, il m.c. non è stato montato bene o è rotto, o le pedivelle sono lente.
Importante... quando lavorate in punti delicati dove c'è da fare forza, fate attenzione a come usate gli attrezzi; gli attrezzi non professionali, come possono essere quelli di un'officina casalinga(come la mia), spesso non sono precisissimi, nè tanto resistenti. Non è un evento raro la rottura dell'attrezzo sotto sforzo o la sua calzata imprecisa nel pezzo da montare cosa che può danneggiare il componente rendendolo inservibile; inoltre sotto sforzo certe chiavi possono perdere presa o sfuggire di mano, e l'infortunio è dietro l'angolo. Io mi sono solo spellato un pollice per lo sfregamento continuo sotto sforzo (nonostante attenzione e guanti da lavoro) perchè la "brugolona" che ho usato ha il manico molto stretto e scomodo da trattenere, ma se l'attrezzo si rompe o perde la presa sul componente ci si può fare anche molto male; ricordiamoci che il migliore attrezzo sono le nostre mani e cerchiamo d'averne cura e di usarle con criterio. Quindi movimenti sempre sotto controllo, sforzi brevi, decisi e precisi, avendo sempre coscienza di quel che si fa, mai "alla morte" e sempre cercando di far calzare bene l'attrezzo al componente da stringere/avvitare tenendolo anche fermo in sede con l'altra mano se necessario. Dita rotte o tagli sono più frequenti di quel che si pensi.
Fatta questa "paternale"... qualche foto dell'operazione, come sempre.
Prima calotta a metà corsa
Attrezzo usato, grasso e pennello 
Le due calotte avvitate
Sempre occhio quando si lavora con le mani...!
Una volta montato il m.c. finalmente si possono montare le pedivelle...!
...che, se tutto è stato fatto bene, GIRANO!!!... :-)


lunedì 26 novembre 2012

Incidenti di percorso...

Ecco... prima o poi gli incidenti di percorso si presentano, e quando non sono risolvibili, secca... Se poi dipendono dal fatto che su certe cose sono un caprone...(l'avevo detto ed è confermato)... secca ancora di più.
Fatevi due risate: la ruota anteriore tocca la testa della forcella. Sono pochi millimetri ma, tocca! (...'zzo!)
Tempo fa, dopo le operazioni di restringimento della forcella, avevo provato il cerchio SENZA il copertone e ci stava tranquillamente. "A occhio" non ho notato che probabilmente mettendoci la gomma c'era qualche problemino, forse per la misura del copertone, forse perchè la forcella era di una bici da 26". A suo tempo mi ero concentrato più sulla centratura rispetto agli steli piuttosto che sulle misure, dando per scontato che fosse una forcella per una ruota da 28"... il telaio lo è di certo. Bene, probabilmente questa forcella che mi era stata praticamente regalata insieme al telaio che avevo acquistato e che già sospettavo non fosse la sua(ma a caval donato...), non solo non era la sua ma probabilmente era per una ruota da 26"... . Ora, di certo non se ne era accorto neanche il meccanico che me l'ha data, non avrebbe avuto motivo di imbrogliarmi visto che io gli compravo solo il telaio e avevo già due forcelle utilizzabili in cantina, ma viene voglia di darsi del "bischero" più che altro per il tempo sprecato a sverniciarla, raddrizzarla e riverniciarla.
Il problema potrebbe essere teoricamente risolvibile cambiando copertoni e prendendone di più bassi. Quelli che ho montato sulle ruote sono dei 25-622, sensibilmente più grossi e alti di un copertone da 20-622 o da 22 o forse anche da 23. Ma comunque, ammesso e non concesso che un copertone da 20-622 possa lasciare un po' di spazio, questo spazio sarebbe ben poca cosa, la gomma sarebbe troppo vicina e, soprattutto, non voglio usare copertoni così stretti. Altra soluzione potrebbe essere limare un po' la parte della forcella che tocca, e ho anche provato... ma questo sì che è un intervento esagerato e anche pericoloso: indebolire il ponticello che fa da collegamento ai due steli... naaaa, non è cosa... ho limato un millimetro di materiale ma siamo troppo vicini al foro del freno e la cosa non va bene! La struttura diventa troppo debole.

Dunque il cambio di programma è definitivo: non userò quella forcella perchè la ruota a filo, vista anche su certe "fisse", non mi piace per niente, e non voglio mettere gomme troppo sottili. Userò quella che pensavo di montare in origine, cioè la forcella di un telaio MASS che il proprietario aveva tagliato troppo rendendola inutilizzabile; l'avevo già fatto rifilettare e ne parlavo qui... Sarebbe a misura perfetta, non sarebbe molto vintage perchè ha una linea più recente ma di certo più sicura essendo più nuova e con il dentino di sicurezza sui forcellini. Inoltre è già praticamente sverniciata, è in acciaio inox e non devo fare alcuna modifica al foro del freno come ho fatto per l'altra forcella; poi è dritta, perfetta come fosse nuova.
M'era venuta la tentazione di ripulirla per benino dai residui della verniciatura vecchia e darle solo il trasparente lasciandola così com'è per far prima... ma alla fine ho ripulito qualche traccia di vernice vecchia e ho dato il fondo. Partirò con la verniciatura presto e credo sarà un'operazione veloce perchè il tipo di forcella non si presta al doppio colore, non avendo testa ne' rake molto evidente da giustificare i "calzini".
Tanto non mi corre dietro nessuno e qualche giorno di ritardo non cambia nulla. Ma, testardo come un mulo(o un caprone?) non mollo...
Volendola vedere in positivo, quella forcella mi è servita per prendere la mano con la verniciatura e per prove varie. Pazienza... l'avevo detto che questa esperienza mi stava insegnando ad aver pazienza!
A breve qualche foto "dell'incidente"...

lunedì 19 novembre 2012

Prove "estetiche" d'insieme...

Manca qualche dettaglio al telaio, più la verniciatura trasparente, ma la voglia di dare un'occhiata all'insieme è tanta... Telaio+forcella in bella mostra. Scusate per la fascetta di plastica ma mi serve per appendere la forcella e non avevo voglia di tagliarla... :-)

Prova d'insieme

Prova d'insieme... 2

Prova d'insieme... e 3....

venerdì 16 novembre 2012

Verniciatura telaio fase finale; prime prove meccaniche.

Dopo un po' di dubbi che avevo anche espresso in un altro post, sul telaio ho coperto la parte di metallo visibile sull'obliquo tra le due strisce chiare perchè la cromatura era rovinata, l'effetto generale non mi convinceva e rimaneva comunque una parte esposta a possibili ossidazioni: ho ridato il fondo per quei pochi centimetri che erano rimasti "nudi" per riverniciare quella fascia di pochi cm in "albicocca".
Rimangono da fare un paio di passate di vernice e un eventuale trasparente. Sembra che stia facendo la cappella Sistina, lo so, ma un po' non ho fretta, un po' ho poco tempo e un po' ci sono tempi i di asciugatura per carteggiare bene ed ottenere un buon risultato.

Iniziamo con le prove di montaggio....

Intanto ho preso freni e gomme. Le gomme sono delle Schwalbe Lugano da 25mm, gomma di base per la nota casa produttrice, ma di buona fama per quel che ho letto su internet. Dei due freni monterò solo l' anteriore visto che il posteriore per ora rimarrà inutilizzato, almeno finchè ci sarà la ruota a contropedale. Sono degli economici Promax da corsa di fattura decente e più che sufficiente per il tipo di bici e per la funzione di "passeggiona" che avrà questa bici.
Per poterlo montare, come prevedevo, ho dovuto allargare il foro posteriore sulla testa della forcella; lì era previsto un freno con asse e dado normale per fissarlo, come si usava per le vecchie bici; la maggiorparte dei freni in vendita ora invece hanno un sistema di fissaggio a brugola con un cilindro che si avvita sull'asse e va a scomparsa nei telai; in realtà si trovano anche quelli a dado ma con maggiore difficoltà e io non mi sono certo preoccupato di cercarli visto che già avevo previsto di allargare il foro posteriore. Con il Dremel e il calibro è stata un'operazione di pochi minuti: il freno ora si monta perfettamente.
Detto fra noi.... tornare a smanettare un po' con la meccanica mi ha fatto molto piacere dopo essermi dedicato per lo più alla verniciatura...
Fra un po' comincia il bello: montaggi vari, regolazioni, linea catena ... e non aggiungo altro...

Forcella in morsa

Brugola inserita nel foro allargato


Prova montaggio del corpo freno
Corpo freno

lunedì 12 novembre 2012

Verniciatura telaio: prima fase

Verniciatura telaio: prima fase
Questa volta sono stato meno lento nel procedere... in questo fine settimana ho dato le prime due mani di verniciatura del telaio. Non è ancora finita, ci sarà da carteggiare, rifinire alcuni punti, dare un altro paio di mani, forse anche una quinta... poi carteggiare e applicare un trasparente.... insomma ce n'è... ma siamo qui per questo...
La voglia di passare alla parte meccanica è davvero grande e le attese per far asciugare la vernice sono quasi una seccatura. Ma c'è davvero soddisfazione a veder un telaio passare dal ferro al fondo alla vernice. 
Ho deciso di fare una fascia "albicocca" sul tubo sella e due fascette sull'orizzontale. Facendo le due fascette m'è venuto in mente che sarebbe stato carino lasciare tra di loro il metallo a vista. Così ho eliminato il fondo, non senza fatica, e ho tirato fuori di nuovo il metallo per il paio di centimetri tra le fascette. Quella parte era cromata ma la cromatura non è in buono stato... insomma, devo decidere se lasciarla così proteggendo quella parte in qualche modo o se ridare il fondo e verniciare quei due centimetri... diciamo che per quel punto sono ancora indeciso. Ma il bello della verniciatura fatta in casa a pennello è che posso riprendere dei punti come e quando mi pare.
Il tubo sterzo ho deciso di verniciarlo sempre con il color albicocca perchè riprende la fascia, le due fascette e i "calzini" della forcella. L'effetto generale è già gradevole nonostante si vedano ancora dei segni di pennello, delle zone non uniformi e degli stacchi non precisi. Teoricamente potrebbe essere una finitura già accettabile per il tipo di bici che voglio fare, piuttosto "rustica". Ma procederò comunque con le altre fasi, anche per una questione di resistenza della vernice.
Di seguito la solita pletora di fotografie dei vari momenti di questa fase.
Particolare mascheratura tubo sella

Mascheratura e prima mano
di colore albicocca sulle fasce

Seconda mano di verde
e tubo sterzo
Prima mano di verde sul telaio

venerdì 9 novembre 2012

Ultima mano di fondo sul telaio.


Tubo orizzontale e finitura del fondo
Dopo un po' di giorni ho finalmente steso l'ultima mano di fondo sul telaio; sono lentino, lo so, sembra la costruzione dell'Arca... ma avrei anche un lavoro, una famiglia, il bambino con cui giocare... cose da fare, etc... quindi ci vuole pazienza.... Poi questo blogghetto dove sto scrivendo questa storiella, divertendomi anche... ma mi ci vorrebbero giornate da 48 ore per fare tutto bene; già rubo ore al sonno perchè la sera tardi è l'unico momento in cui mi riesce di lavorare a queste cose....
Alla fine tra una cosa e l'altra ho dato ben 5 mani di fondo; questa marca(Paramatti), a differenza del fondo dato sulla forcella, m'ha fatto dannare meno; quello usato per la forcella era quasi come una cementite, più denso, quindi tendeva a tirare meno e i segni di pennello rimanevano molto di più; a tentare di diluirlo si facevano pastrocchi. Questo usato per il telaio invece è meno denso; si stende con facilità e tira parecchio con l'asciugatura, producendo come risultato una superficie più levigata e con meno segni da correggere. Poi è grigio invece che bianco, assomiglia molto di più al fondo che danno i professionisti pur non essendo un fondo da carrozziere. E' comunque molto delicato essendo all'acqua; anche in questo caso alla prima mano grattando con l'unghia veniva via. Già alla seconda comunque la situazione era migliore.
Naturalmente, essendo meno denso era anche più sottile come strati; per questo sono arrivato a dare ben 5 mani, ma molto probabilmente potevano bastare le prime due o tre... ma anche in questo caso ho preferito avere un fondo più spesso prima della verniciatura. Sono prodotti ad acqua, di certo meno resistenti, quindi è  meglio avere più strati del necessario; a guardarla dopo il fondo m'è venuto in mente che la bici sarebbe bella anche di questo grigio, molto "vintage"... In foto non rende ma dal vero è veramente un bel grigio. Viene voglia di passare un trasparente e stop....
Qualche foto(troppe) di quest'ultima fase prima della verniciatura a smalto.
telaio
scatola movimento centrale in morsa
Tubo sterzo

Foderi

Giunzione 
Forcellini
Foderi


domenica 4 novembre 2012

Telaio storto?...

Ieri ero preoccupato perchè nel provare a montare la ruota posteriore mi sono accorto che risultava non in asse con il telaio ma piuttosto spostata a sinistra; storta decisamente.
Escludendo responsabilità della ruota che è nuova, ho pensato al carro o al telaio stesso... e se fosse storto?
Ma chi mi conosce lo sa che sono testardo e così seguendo la regola che mi sono imposto in questa avventura, cioè evitare il più possibile di ricorrere al meccanico, mi sono messo a cercare una soluzione per capire quale fosse il problema. E l'ho trovata. Ho preso una cordicella ed ho fatto la prova per vedere se il carro era in asse e se i foderi sono alla stessa distanza dall'asse del telaio. Ho legato la cordicella ad un forcellino, l'ho fatta passare davanti al tubo sterzo e l'ho legata all'altro forcellino nella stessa maniera. A quel punto ho misurato la distanza fra la cordicella e il tubo sella su entrambi i lati: distanze diverse=telaio storto... ma non era il mio caso!

Prova ruota posteriore
Allora gli imputati erano i forcellini che già ad un attento esame visivo non sembravano proprio paralleli.
Ma come capire di quanto differiscono?
Ho cercato un po' su internet e sono finito nello stesso sito da cui ho tratto consigli per la verniciatura dove il tipo spiegava i metodi per verificare se il telaio è storto o se i forcellini non sono paralleli: http://www.mytenspeeds.com/My_TenSpeeds_1/Site%20Contents/How_To_Do_It/FrameSetPrep_5_StringingFrameSet.htm
Nell'articolo viene usato un attrezzo molto interessante per i forcellini e così con 4 euro di ferramenta ho deciso di autocostruirmelo e questo è stato il risultato:
Strumento per provare il parallelismo dei forcellini.
Nella foto qui sopra si vede il risultato finale con i due forcellini ragionevolmente paralleli e in asse; non sono perfettamente combacianti ma "prima dell'operazione" quei due dadi lunghi che ora si affacciano frontalmente con minimo scarto erano decisamente divergenti. Grazie a questo strumento autocostruito ho potuto quantificare la deformazione dei due forcellini e li ho raddrizzati usando lo stesso strumento, facendo leva delicatamente. Il risultato è stato prossimo alla perfezione: ho riprovato a inserire la ruota posteriore ed ora è assolutamente centrata. Non è la perfezione ma la ruota calza bene, è dritta e tanto mi basta. Non forzo ulteriormente in una zona delicata.
Insomma, non sarò un genio della meccanica ma comincio ad avere un po' di fiducia nelle mie capacità. Già ero stato messo alla prova con la forcella e ora con i forcellini.
Ma c'era da aspettarselo da un telaio vecchio in acciaio decisamente artigianale. Di buono c'è che fino ad ora i problemi che si sono presentati sono riuscito a risolverli. Intanto, come si vede dalla foto, ho dato una prima mano del fondo per il telaio. E, poco prima di scrivere questo post, ne ho data una seconda.

Insomma... si va avanti!



giovedì 1 novembre 2012

Contropedale

Mozzo a contropedale "Velosteel"
Stasera mi sono deciso. Sono passato da un rivenditore per "accattare" le ruote. Avevo girato come un ossesso ma mi proponevano o roba troppo costosa o ruote da pista con mozzi "Shonfeng" che già il nome è come dire: dalla Cina con furore!

Diciamocelo, io non userei mai la ruota fissa perchè ci tengo alla pelle.
Queste ruote Schonfeng-o-come-cavolo-si-chiamano sono delle flip-flop, cioè hanno sia la ruota fissa che la ruota libera. Uno le rigira e va come gli pare.

Solo che:
1) A provare a farle girare si sentiva grattare che era un piacere... ho chiesto se ci mettevano biglie o sassolini di fiume nel mozzo perchè a sentirle la seconda ipotesi era la più probabile. M'è venuto anche da pensare che le vendessero senza il grasso... stile ikea: io te le vendo, tu le monti, le ingrassi e allora sì che funzionano. Naaaa.... non mi torna!
2) I cerchi erano figli di NN... due senza famiglia tristissimi, con dei fori grossolani, non rifiniti, delle saldature da paura e la "pista frenante" laccata che era una bellezza... secondo me il freno ci pattinava manco fosse la Kostner! Meglio!

Il tutto allo stesso prezzo di una coppia di ruote con la posteriore a contropedale. Contropedale?
Cacchio... l'avevo escluso perchè provandolo sulla bici di un amico m'era parso complicato da usare... ma le Shonfeng erano lì che mi fissavano con aria trucida e occhi a mandorla e il neurone s'è messo vorticosamente a girare e produrre ragionamenti.
Neurone: "Cosa vuoi farci con 'sta bici Antò? Vuoi andarci in pista?"
Io: "Naaa... quale pista!"
N. : "Vuoi fare il messenger che corre nel traffico sfiorando le auto e facendo slalom tra autotreni, tram, pedoni, signore con il cane al guinzaglio e Suv?"
Io. "Naaa..."
N. : "E allora cosa cacchio ci vuoi fare?"
Io: "Andarci in giro, a passeggio, alle uscitine cittadine dell'associazione, quelle che se raggiungi i 10 orari sei già in fuga... a fare qualche servizio in giro... qualche passerella in paese(Sesto F.no)... Robetta... Ho le altre bici per le cose grosse!"
N.: "E vuoi che la bici sia pulita e con pochi fronzoli giusto?"
Io: "Già... pulita... potessi non metterci i freni non ce li metterei..."
N.: "...e al posteriore se prendi una ruota a contropedale non hai bisogno di aggiungere il freno posteriore, bello!... Sveglia! Dimenticati le dannate flip-flop... potresti anche non mettere l'anteriore ma il contropedale non è un freno potente quindi te la caveresti mettendo solo l'anteriore e lasciando al posteriore solo il contropedale e la linea della bici sarebbe bellina! No?"
Io: "Cavolo... ragioni davvero bene ciccio!"
N. "Sai... da soli ci si concentra meglio!"

Insomma... il contropedale(della Velosteel) è originale, bellino. I cerchi erano ben fatti, a doppia camera, con un nome, un'etichetta, rifiniture decenti, una pista frenante che era DAVVERO una pista frenante(anche al posteriore dove non mi servirà!) e un peso accettabile.Non so se sono anche loro cinesi(ma non penso) e comunque erano chiaramente ben fatti.

Ruote da pista, flip-flop, mozzi shonfeng, mozzi al titanio impoverito che ruttano quando girano.... e pippe varie! Ma vadaviaelcul, un bel contropedale e risolvo allo stesso prezzo delle cinesissime ruote shonfeSS, oltretutto! E faccio un'ulteriore nuova esperienza! La bici avrà la posteriore a contropedale come le bici del nord-Europa! Mi garba! Mi ci abituerò perchè quando una cosa mi garba faccio presto a abituarmi!
Ma la giornata non è finita lì. Una volta arrivato a casa, montando l'anteriore sulla forcella ho scoperto che il lavoro fatto per raddrizzarla, era riuscito alla perfezione!
La ruota gira nei forcellini, ben centrata... roba da non crederci... stai a vedere che da comune asino della meccanica avanzo di grado a asinus meccanicus DOC!
Oltretutto, visto che il perno della ruota anteriore era piuttosto grosso e non entrava bene nei forcellini(fatti male) ho anche lavorato di fino con il Dremel per limare quei pochi micron che servivano a far entrare la ruota... quella forcella ormai è una missione per me! Era storta e non accoglieva le ruote... l'ho addrizzata, l'ho resa "accogliente" e l'ho anche riverniciata!
Asino sì, ma con classe! Diciamocelo: sono gasato! Le cose iniziano a girare per il verso giusto, almeno fino alla mia prossima, inevitabile cazzata! Ma godiamoci questi fugaci momenti di entusiasmo! :-)