mercoledì 31 ottobre 2012

Verniciatura forcella: progressi 2

Abbozzo primo filetto color arancio
Sono quasi al termine della verniciatura della forcella. Ieri sera, dopo una terza mano di verde e qualche ritocco, ho abbozzato un primo filetto di separazione fra i due colori(verde e "albicocca"... ripeto... non ho ancora capito che albicocche conoscano alla Maxmeyer... io sapevo che era tra il rosato e l'arancio, l'albicocca!).
Ho scelto di fare il filetto color arancio; la prima idea era di farlo blu ma l'arancio ha prevalso perchè è più caldo e vivace. Per ora il filetto è solo abbozzato su uno stelo.

Prima della terza mano di verde ho dato una leggera carteggiata e ho steso con molta attenzione la mano di vernice; il risultato è soddisfacente come finitura. Non si vedono troppi segni ma non è neanche liscia come una verniciatura da fabbrica ed era proprio l'effetto che cercavo. Stai a vedere che viene pure bene? :-) Sarò asino ma, oh!, la verniciatura non sta venendo mica male!

Ecco uno dei motivi per cui ho scelto di verniciarmi la bici da solo; chiedere di fare filetti o decori particolari ad un carrozziere sarebbe stato impensabile o sarebbe costato un sacco di soldi. A farla da se uno può scegliersi i colori, può provare gli effetti e può fare tutti i decori che vuole. E al diavolo gli scettici!

Nota: nel fare il filetto il nastro di mascheratura m'ha fatto un brutto scherzo sulla parte verniciata in chiaro: togliendolo ha leggermente sollevato il bordo della vernice, come fosse una pellicola. Forse avevo schiacciato troppo il nastro ed essendo il nastro perfettamente a filo con il bordo della parte verniciata in chiaro si è avuto questo minimo distacco. In quezti casi è bene usare un nastro meno adesivo di quello da carrozziere; meglio un comune scotch di carta, o altre forme di mascheratura.
Il problema è stato risolto velocemente con un ritocco. E mica tutto può filare liscio, altrimenti come mi diverto?

martedì 30 ottobre 2012

Verniciatura forcella - progressi...

La "stazione di verniciatura"... :-)
La verniciatura della forcella procede. Fatti i calzini e la testa in color albicocca ho tolto il nastro di mascheratura e l'ho rimesso lasciando un filino che sarà riempito forse in blu per separare l'albicocca dal verde degli steli. Il blu sarà riadoperato per disegnare un logo sulla testa, ma di questo mi preoccuperò alla fine. La parte in albicocca è praticamente completa a parte qualche ritocco in alcuni punti.
Particolare della testa e della prima mano di verde
Ieri sera sul tardi ho messo mano al verde; aprire un barattolo di colore composto scegliendolo dalle mazzette è sempre una sorpresa perchè, per quanto si sforzino, quello che vedi sulle mazzette dei colori non è mai davvero uguale al colore reale. In questo caso la sorpresa è stata in positivo; avevo paura di aver scelto un verde troppo smorto e invece è un bel verde brillante.
Prima mano di Verde
Ho dato le prime due mani agli steli della forcella e mi piace! Questo verde è bello! Ci saranno da fare alcuni ritocchi ma l'effetto è buono. Riesco anche a controllare bene il pennello e i segni che rimangono sono dovuti più alla pessima stesura del fondo che alla stesura del colore. Ho trovato il verde molto più facile da stendere rispetto all'albicocca, probabilmente perchè si stacca dal colore del fondo e uno si rende conto più facilmente delle zone già verniciate.
Particolare dei "calzini" della forcella
Seconda mano; testa e steli


Verde RAL 6017
Seconda mano di verde

lunedì 29 ottobre 2012

Prova di verniciatura n. 1: cominciamo dalla forcella....

Per verniciare forcella e telaio ho pensato di usare sia fondo che la vernice all'acqua. La scelta è un po' obbligata dovendo lavorare in casa.
La forcella in morsa durante una fase di asciugatura.
 D'altronde, se gli smalti all'acqua vengono usati anche sui cancelli che rimangono sotto le intemperie dell'inverno e sotto il sole dell'estate, resisteranno anche su una bici che non "dormirà" all'esterno e che sarà usata solo in città! E di certo resisterà meglio della vernice di bomboletta...
Ho quindi trovato (con fatica) un fondo all'acqua dal costo umano e ho deciso di provarlo sulla forcella "storta", cioè quella del telaio in lavorazione. Sarà un buon test per vedere la presa del fondo e della vernice e se non tiene poco male... la svernicio tanto ormai sono il mago della sverniciatura....
Intanto tra sabato e domenica ho steso il fondo a pennello dopo aver sgrassato per bene il supporto; ho fatto asciugare la prima mano con l'aiuto della lampada alogena puntata sulla forcella(GENIALATA!), ho carteggiato con carta a grana finissima. Be'.... uno schifo....! Il risultato era scoraggiante perchè in molti punti avevo ancora il metallo visibile; inoltre ho provato a colpire leggermente con l'unghia la forcella ed il fondo è subito venuto via, come fosse burro. Agghiacciato ho ragionato.... C'è da dire che ho dovuto carteggiare parecchio per lisciare i segnacci del pennello; a proposito di questo voglio suggerire di stendere anche il fondo con un pennello non troppo grande e molto morbido, di quelli da artista. Io ho fatto "lo splendido" usando un comune pennello da vernice perchè dovendo comunque carteggiare, pensavo di lisciare facilmente; ma ho fatto 'na griglia di striature che per lisciarle ho dovuto faticare come un mulo.
Non mi sono scoraggiato(come testardaggine da mulo vuole!) e ho dato la seconda mano di fondo, questa volta con pennellino sintetico da artisti; tutto un altro stendere e se si ha un minimo di confidenza con i pennelli il risultato è assolutamente accettabile e molto più facile da lisciare con la carteggiatura. La tenuta in seconda mano sembrava migliore e sono venuto fuori dall'apnea... insomma ho respirato... "forse ci si fa!" ho pensato.... Alla fine ho dato altre tre mani di fondo per avere un risultato buono e questa volta il fondo sembra tenere bene anche alla prova dell'unghia. Bene...
Credo che il problema principale nel mio caso sia stata la mia asinina incompetenza che ha causato la cattiva stesura iniziale che mi ha costretto a carteggiare parecchio per togliere i segni di un pennello troppo grossolano usato nella prima mano; se avessi usato un pennello migliore all'inizio non avrei dovuto calcare la mano con la carta vetrata; sul telaio avrò più pazienza e starò più attento.
Alla fine comunque il fondo è venuto bene e sembra tenere senza problemi. Ho iniziato a verniciare la testa e i "calzini" della forcella con il color "albicocca" della Maxmeyer(Albicocche così chiare io comunque non l'ho mai viste....! Alla Maxmeyer si drogano pesante... devono essere le vernici che respirano!). Gli steli saranno verdi RAL 6017 come la parte principale del telaio. In più qualche rifinitura in blu, ancora da decidere. A breve nuove foto.
Comunque mi sto divertendo... :-)

mercoledì 24 ottobre 2012

In attesa...

Dunque... non mi sono arenato.
Sto lavorando molto con la testa per programmare le fasi di verniciatura e per prendere decisioni sulle ruote e sugli altri componenti. Il cervello fuma, a volte, il neurone è in difficoltà a pensare a più cose e ne frattempo occuparsi anche del lavoro(quello del mondo reale) e della famiglia... del bambino... Insomma, non si gioca soltanto....
Ma sto anche lavorando con le mani... Sto sverniciando una forcella che probabilmente sarà quella da montare sul telaio. Ci sarebbe la forcella che mi è stata data insieme al "cavallo d'acciaio" già sverniciata anch'essa, ma misurava 10 mm in più nella distanza fra i forcellini che dovrebbe essere di 100mm.
Aiutandomi con una morsa e delle fascette e un pizzico di fantasia(molta) l'ho stretta fino a 85mm seguendo istintivamente un calcolo fortunoso contro ogni regola della fisica e della dinamica che comunque ha prodotto il risultato cercato: dopo averla tolta dalla morsa ed aver eliminato le fascette che la mantenevano a 85 mm, l'elasticità dell'acciaio l'ha fatta ritornare esattamente a 100 mm, cioè la sua misura corretta, un cm in meno della misura di partenza; stasera, a distanza di qualche giorno, la misura è stabile, quindi direi che è definitivamente "deformata" a 100mm; fossi stato un ingegnere direi che l'ho calcolato con qualche equazione... ma non sono ingegnere, quindi ho solo avuto un gran kiulo!  O istinto....
Chiaramente è stato un lavoro "a occhio" e senza nessuna dima. Dovrò verificare con una ruota se è il mio lavoro è stato accettabile.
Ben due meccanici professionisti mi hanno detto chiaramente che senza una dima è impossibile prevedere il risultato e la forcella potrebbe rimanere storta negli steli... Quindi mi preparo al peggio....
Intanto per sicurezza sto sverniciando la forcella vendutami con un altro telaio e che era stata tagliata troppo corta(non da me) quindi risultava di fatto inutilizzabile.
Sul "cavallo d'acciaio" invece ci starebbe a misura. Non è "vintage" come l'originale, ma quando uno vuole montarsi una bici in economia non si formalizza mica...


venerdì 19 ottobre 2012

Il cavallo d'acciaio - telaio sverniciato completamente

Ci vuole una dannata pazienza per sverniciare un telaio.
Olio di gomito, tempo; poi cura, attenzione e un minimo di consapevolezza e conoscenza perchè si lavora su tubazioni che sono spesse un paio di millimetri e anche meno, e ci vuole poco a fare un bel buco... sai che divertimento a quel punto.....
C'è chi svernicia con gli sverniciatori chimici ma io non mi ci trovo bene: puzzano, e fanno una pappina schifosa; se hai un'officina o un garage è un discorso ma usarli in casa o sul balcone non è il massimo(a parte il solito motivato rischio di divorzio...).
Poi c'è la sabbiatura; con la sabbiatura il risultato è garantito ma ci vuole la pistola, il compressore e bisogna stare molto attenti perchè rovinare un telaio con la sabbiatura è più facile di quel che si possa pensare.
Congiunzioni cromate nel tubo sterzo
Io, che sono un folle, per questa fase ho scelto la tradizionale carta vetrata, prima da 100, poi salendo fino alla 800 a seconda delle necessità. Mi sono aiutato anche con il trapano e le spazzole d'ottone per i punti più difficili tipo le giunzioni e con il Dremel e spazzolina d'acciaio/ottone per i punti più stretti. Solo alla fine con un cacciavite ho eliminato gli ultimi rimasugli di vernice nelle pieghe e negli angoli più difficili. Poi spugna d'acciaio per ripulire tutto e lisciare quasi a specchio. Naturalmente se con la carta vetrata è difficile far danni, con il trapano si fa presto e il rischio di spianare fino a bucare è dietro l'angolo! Ma non ho fatto questa esperienza, per fortuna! Anche le spazzole d'ottone lasciano i loro segni quindi per chi lo dovesse mai fare raccomando attenzione.
E' scontato che se con carta vetrata e acqua non si fa polvere ma solo un po' di poltiglia, con trapano e spazzole la polvere che si alza è tanta e finissima, e soprattutto non è un toccasana per occhi e bronchi! Quindi è da fare in un posto arieggiato; io l'ho fatta sul balcone e in alcuni momenti ho usato anche la mascherina e gli occhiali di protezione... sembravo un vero meccanico... comico...
"Cavallo d'acciaio"
Il risultato è comunque sorprendente e di grande soddisfazione; il "cavallo d'acciaio" viene fuori in tutta la sua bellezza grezza, quasi medievale; un telaio messo a nudo ti mostra tutte le sue parti, le saldo-brasature ad ottone, i segni della sua vita, la logica con cui è stato concepito.
Quasi dispiace il doverlo riverniciare; a guardarlo ieri sera pensavo che mi sarebbe piaciuto lasciarlo così com'è ora, me me lo troverei pieno di ruggine in poco tempo senza la protezione della vernice almeno sulle parti non cromate. ... Intanto mi godo la sua visione, almeno fino alla prossima fase, la stesura del fondo, che sarà necessaria per la verniciatura.
"Cavallo d'acciaio"
Riguardo alla verniciatura ho individuato il colore principale: verde maggio, nella tabella RAL è il n. 6017. Così sembra chissà cosa... è verde! Mi pareva un verde accettabile... nè chiaro nè scuro... verde.
Magari accompagnato da un beige, forse il RAL 1015... ma sono indeciso e di questo mi preoccuperò a tempo debito.
Mi aspettano due strati di fondo, entrambi da carteggiare leggermente quando saranno completamente asciutti.
E poi la verniciatura in tre strati almeno.
Voglio fare le cose per bene. Forse. Di sicuro non ci riuscirò perchè sono e rimango un asino! :-)

mercoledì 17 ottobre 2012

Sverniciare il telaio o no?

La decisione di eliminare definitivamente la vernice vecchia dal telaio è maturata in qualche giorno.
Avevo dubbi: sverniciare o no? La vernice era in buono stato a parte qualche scalfittura e qualche graffio. Un paio di punti di ruggine leggera ma niente di irreparabile.
Poi la follia ha avuto il sopravvento.
Il colore originale non era in cattivo stato e la verniciatura era fatta anche bene. Ma quel “carta da zucchero” proprio non mi piaceva.
Ho deciso di sverniciarlo.
Ho cercato sul web trovando un’infinità di informazioni: va verniciata a bomboletta, no! a pistola e compressore... macchè! portala dal carrozziere... no! verniciala con il rullo... macchè immergila in una vasca piena di vernice... no.... MA ANDATE TUTTI A QUEL PAESE! Vadaviaelcul!
 Non ho la pistola a spruzzo e il compressore e la spesa per procurarseli è quanto una rata del mutuo... magari meno ma comunque non vale la pena. Ma, a parte la spesa, non avrei neanche il posto dove verniciare a spruzzo a meno che mia moglie non accetti di cambiare colore al salotto o alla cucina("Amò, ti piacerebbe un bel verdone in salotto, mobili compresi?" Divorzio assicurato!)
Le bombolette sarebbero più pratiche ma la verniciatura a bomboletta viene via in maniera imbarazzante e poi dove la faccio? Sul balcone? Naaa
Dai carrozzieri non se ne parla; la voglio a più colori e soprattutto che mi piaccia. Il carrozziere te la vernicia monocolore a meno che non gli ungi per benino le tasche con sonanti euri! Naaa

A Pistoia sono anche riuscito a scovare un posto dove verniciano le bici in maniera professionale; un negozio particolare, RigDesign (http://www.rigdesign.com/) con annessa officina e carrozzeria dove hanno un listino completo per le bici che comprende a scelta del cliente anche sverniciatura, sabbiatura, verniciatura, trasparente, lucidatura, progettazione e stampa di decals, loghi e qualunque cosa si voglia fare sul telaio. Ma un solo strato di verniciatura monocolore non metallizzato costa circa 80 euro. Più la verniciatura della forcella(che è a parte), più i loghi etc... Naaa... siamo fuori dal budget!
La regola che mi sono imposto per questa bici è: “non spendere tanto” e divertirmi.
Cosa rimane? Il pennello. Sì! Il pennello!
Ero indeciso fino a pochi giorni fa, poi m’è capitato di trovare questo sito: (http://www.mytenspeeds.com/My_TenSpeeds_1/Site%20Contents/How_To_Do_It/Painting_A_Bicycle/Painting_Bicycles_3_PaintingWithBrush.htm ) in cui vengono descritte le fasi per verniciare un telaio in acciaio a pennello. Deve essere un folle come me! Mi sta simpatico!
In realtà al pennello avevo già pensato perché dipingo da tanto e credo di avere una buona mano, ma avevo trovato sempre pareri negativi che mi scoraggiavano. Questo sito, in inglese, è stata la voce controcorrente che cercavo, oltretutto documentata da molte foto e indicazioni precise delle varie fasi di lavoro.
Quindi la decisione è stata presa: lo vernicio a pennello e il colore principale sarà il verde.
Il telaio sverniciato quasi completamente...
Nel frattempo, da una quindicina di giorni ho iniziato a sverniciarlo. "E’ stata dura" (come diceva Rambo), tutto a carta vetrata e acqua aiutandomi in alcuni punti con il trapano e le spazzole d’ottone o il Dremel. Rimangono alcuni punti di vernice nei nodi ma in teoria ormai potrei dare anche il fondo perché la vernice residua è poca e irruvidita.
C’è voluta tanta pazienza ma è stato un processo anche piacevole: un po' "togli la cera, metti la cera!" come dicevano in Karatè kid... si vede che negli '80 avevo vent'anni eh? Togliere la vernice ed arrivare all’acciaio ti fa scoprire ogni magagna di un telaio, e fortunatamente ce n’erano poche perchè mai me ne sarei accorto prima; poi ti affezioni a quel pezzo d'acciaio perchè ci si arriva pian piano e hai anche piacevoli sorprese come la cromatura del carro e di alcuni tratti delle tubazioni. Non ho trovato altra ruggine oltre a quella che già avevo notato; qualche cromatura graffiata ma le saldature sono a posto, crepe non ce ne sono e il telaio sembra dritto. Insomma, al mio occhio assolutamente inesperto sembra un telaio a posto.
L’altra sera ho provato a montarci il movimento centrale ma la filettatura è sporca quindi ieri l’ho portato da un meccanico per ripassarla. Per chi se lo sta chiedendo, l’attrezzo che serve a ripassare la filettatura costa un sacco e non è facile trovarlo.
Costa sicuramente meno farlo ripassare da un meccanico... se se ne trova uno disponibile a farlo, perchè ormai non tutti i meccanici sono disponibili a fare certi lavori. 

Un telaio per single-speed


Il telaio in origine

Il primo passo è stato cercare un telaio in acciaio da maltrattare.
Come meccanico sono un asino, l'ho scritto, quindi ho escluso a priori la possibilità di acquistare un costoso telaio nuovo. Mi interessava di acciaio perchè anche un irresponsabile come me può lavorarci senza fare troppi danni sia in fase di sverniciatura sia in fase di montaggio: filettatura del movimento centrale più resistente dei telai in alluminio dove le filettature sono di burro; poi l'acciaio si ripara facilmente, quindi posso fare danni, posso storcerlo, posso piegarlo... non che abbia intenzione, ma non ci sono limiti alla mia incapacità!
Poi costa meno; un telaio d'acciaio usato in giro si trova a pochi euro.
La prima idea era di recuperare un rottame di quelli che si trovano in giro abbandonati. Ma la ricerca è stata infruttuosa: o erano bici abbandonate ma legate(e qui si va sul penale) o erano telai tutti storti o distrutti dalla ruggine.
Durante questa ricerca ho avuto occasione di constatare che le rastrelliere di Firenze sono piene di bici abbandonate. Sarebbero un pozzo di pezzi utilizzabili; ma sono pochi quelli che hanno la faccia tosta di mettersi a smanettare in mezzo alla strada come ladri. E io la facciatosta non ce l'ho... via, se qualcuno mi vede a tagliare una catena, che figura ci faccio? Naaa, non è cosa!
Allora ho deviato la mia malsana attenzione su Ebay. Su ebay c'era tanta roba, ma anche tante fregature! C'erano parecchie occasioni. Alcune erano vere chicche, anche costose.
Ma il non poter vedere direttamente le condizioni del telaio prima dell'acquisto non mi convinceva. Gia sono un incompetente e mi fregano anche i negozianti... figuriamoci che becco via internet! Allora ho girato per negozi, prima i più grossi che puntualmente rispondevano che "la roba vecchia" non l'avevano più, poi i più piccoli fino ad arrivare ai meccanici "ruspanti", quelli che non trattano bici di alto livello ma solo le bici di tutti i giorni, i rottami degli studenti o dei pendolari, quelle "bici da battaglia" che sono tanto diffuse in città. Ed è proprio da uno di questi, in via Rossini a Firenze, che ho trovato il telaio "sacrificale".

Un telaio che potesse essere adattato a single-speed, cioè a bici monomarcia, quindi con forcellini posteriori abbastanza lunghi da consentire il tiraggio della catena.
Il telaio giaceva in un angolo del negozio, sepolto da altra roba, ci sarà stato da dieci venti anni lì; era di un'imprecisata "ditta del nord", non aveva loghi, pantografie o qualunque altro riferimento che potesse dare indicazioni della provenienza. Era solo un telaio in acciaio, pesantuccio(2,4 kg), non di nobile provenienza, di fattura decente, di tipo sportivo ma non da corsa, con forcellini posteriori da 120mm, quindi per un mozzo a singola velocità, con tubo sterzo per serie sterzo filettata da 1", scatola movimento centrale con passo italiano, congiunzioni del tubo sterzo cromate e una verniciatura metallizzata in condizioni decenti ma con diversi graffi e alcune abrasioni da cattiva conservazione, non di mio gusto come colore... evvai! con questo elenco ho esaurito tutte le mie competenze meccaniche!
Nonostante fosse evidentemente un telaio mai usato visto che aveva ancora vernice nella filettatura del movimento centrale, presentava un po' di ruggine superficiale all'interno dei tubi e della scatola del movimento centrale; il minimo per un telaio che ha dormito sonni umidi in un angolo del negozio per decenni. La cromatura dei forcellini era intaccata superficialmente  "vai di paglietta metallica e un po' di petrolio e torna nuova" m'ha detto il tipo. "mmm ... Sì...(speriamo)" ho pensato io!
La misura era 55x55, esattamente la mia. Insieme al telaio il meccanico aveva anche "la sua forcella". E qui si apre un capitolo: una forcella slargata di almeno un cm... ; tra i forcellini c'erano 110 mm, devono averla presa a randellate per conciarla così! Era poco rifinita, verniciata con una passata di bianco orribile data a pennello e pure male! Insomma peggio di quanto io possa fare... chi l'ha avuta doveva essere più asino di me!
Il tutto costava 35 euro.
Ho preso tutto, anche la forcella slargata (di cui non ho alcuna foto prima della sverniciatura... doveva essere davvero impresentabile...).

I forcellini posteriori
La ruggine nel movimento centrale

Intro



Il tubo sterzo del telaio in acciaio

Qui si parlerà di bici. Magari ci proverò perché se nessuno è infallibile io lo sono meno che mai. Ma prima di tutto parlerò della bici che mi sto costruendo, da imperfetto meccanico principiante(e maldestro) quale sono. CI sarà da ridere perché non ho mai fatto la maggiorparte delle cose che farò nel prossimo futuro.
Ho per le mani un telaio e un paio di forcelle recuperate; sono dei poveri "disgraziati" capitati sotto le mie grinfie senza neanche immaginare che li avrei utilizzati per i miei esperimenti.
Ma andiamo per tappe: avrete il piacere di seguire la comica storia di un pazzo che si mette in testa di montarsi una bicicletta senza averlo mai fatto e, per giunta, riverniciandola pure a pennello! Da matti!
Al momento il telaio è dal meccanico(quello vero) per un ripasso della filettatura del movimento centrale, visto che non c'era verso di avvitare le calotte e l’aggeggio per ripassare la filettatura costa quanto una rata del mutuo(quasi eh!).
A partire dal secondo post di questa storia, farò dei passi indietro, per raccontare ciò che è stato fino ad ora.

Tutto ha avuto inizio per "colpa" delle letture. I responsabili della mia pazzia, cioè i libri che mi hanno spinto a provare a montarmi una bici, sono stati principalmente due:

"Ciò che conta è la bicicletta" di Robert Penn (ed. Ponte alle Grazie), che mi ha letteralmente fulminato e che mi ha fatto pensare a quanto possa essere divertente costruire pezzo per pezzo la propria bici; solo che il protagonista se la faceva costruire da chi lo sapeva fare davvero, mentre io me la faccio da me perché sono un folle.

"La macchina perfetta" di Giò Pozzo e Adriano Maccarana (ed. Il Saggiatore), del negozio Orco Cicli di Milano, un insieme di utilissime informazioni sulla complessa semplicità della bicicletta e anche un po' di storia di questo mezzo di trasporto. Non mi serviranno a nulla perché sono un asino in meccanica, e tale rimarrò, ma questo non toglie valore alla pubblicazione.

Poi il web, con la sua miriade di informazioni, i suoi blog e i suoi tantissimi siti che parlano di bici. Qui le influenze sono venute dal guru Rotafixa (http://www.movimentofisso.it/) prima di tutto, e poi da siti che proponevano bici a ruota fissa, come quello di Orco Cicli(http://orcocicli.com/Lingua.html), Quello di Biascagne cicli (http://www.biascagne-cicli.it/), tutte pagine che frequento quotidianamente per spiare linee, colori, modi di rendere belle le bici: tutte idee che puntualmente non riuscirò a riprodurre vuoi per mancanza di capacità, vuoi per mancanza di quattrini! Ma il mondo è bello per questo no? Mica siamo tutti uguali!
La mia bici non sarà una "fissa" perché non sarei capace di guidarla, ma sarà una single-speed, cioè una bici ad una sola marcia, di quelle in stile pensionato o massaia...
Ancora non ho montato nulla: ho solo un telaio sverniciato con tanto olio di gomito e tantissima pazienza. Ecco... ci vuole pazienza per fare certe cose, e io non ne ho mai avuta molta.
Mi sembra un buon inizio... :-)